Edith de Hody Dzieduszycka
CINQUE + CINQ
A volte ci si pente
di una cosa fatta,
un parola detta,
un pensiero sbocciato.
Troppo tardi ormai.
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Piccole schegge stupide,
meschine, perfide,
infilate per sbaglio
all'arrivo trovate
in fondo al bagaglio.
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Niente di più labile
di un pensiero
che viene,
si trasforma
e se ne va.
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Una goccia, misera goccia,
la somma di quanto so,
nell'oceano immenso
di quanto so
di non sapere.
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Che sia distanza, intervallo,
o muraglia, trasparente frontiera,
sempre si frappone tra le cose
nude e lo sguardo su di loro,
una frattura, a corromperne il gusto.
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E' nella stessa lingua
comunque, sempre, che
senza saperlo,
piangono
i neonati.
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Nel giardino del non detto
striscia, malefico,
il malinteso,
sotto la maschera
stampata del sorriso.
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Sui sentieri del mondo
anonime, s'aggirano
pietose ombre,
il cui passo leggero
nessun impronta lascia.
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Invece di esporre
il fondo del pensiero,
più spesso le parole
girandone intorno,
lo nascondono.
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Ai ladri di sguardi
non occorrono specchi,
che narcisi
si mirano
in laghi d'iride.