Potrebbe
l’anima
nasconderne un’altra
e un’altra ancora
fino all’esaurirsi
della loro sostanza?
Potrebbe subentrare
all’insaputa sua
nelle stanze lasciate
dal disincanto
vuote
surrogando sé stessa
con un’altra sembianza?
Dall’una all’altra
ambigua
si srotola
il filo dell’arazzo
in una sarabanda
cosicché nella mente
resta sbiadita
e muta
del liocorno
l’Ombra.