Edith de Hody Dzieduszycka
Diario di un addio
Passigli, 2007
Questa notte il cielo
è di velluto nero
bucato di punti luce
vieni sulla terrazza a guardare le stelle
lontano un cane abbaia
gracidano le rane
tra poco sentiremo
la civetta sentinella
sul cipresso di fronte
ogni tanto sorprende
il fischio sibilante
del treno nella pianura
ora sciolti i battaglioni
della brace e del piombo
l'aria s'è fatta lieve
tiepida profumata
ti prego
vieni sulla terrazza a guardare le stelle.
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Liquida lunga scia
della barca filante
breve parentesi
inafferrabile
a passaggio avvenuto
dopo morsa la vita
richiudi le tue mascelle
liscia dietro di te
lasciando la pelle d'acqua
sopra le nostre scorie.
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Non la smettete mai
miei occhi della mente
di scrutare
frugare
in fondo all'incavo
dolente vaso sacro
container senza sede
schiume
lampi
lacrime
brodaglia che ci nutre
lago in cui nuotiamo.
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Incosciente chi nasce
inconsapevole
dall'onda amniotica
su rive sconosciute
viene abbandonato
dal buio alla luce
accecato s'avvia
e così all'oscuro
di progetti e percorso
infimo grumo d'atomi
vaga
per un infimo tempo
in cerca di appoggi
perché senza risposta
fino all'attimo
dell'incerto rientro
nell'ombra originaria.