Edith de Hody Dzieduszycka
Nodi sul filo
Manni, 2011
STORIA PRIMA
...Ora troppo spesso si negavano, i suoi personaggi. Si negavano con pervicacia. E non era dato sapere se scappati da qualche pertugio ancora dovevano arrivare. O se appena arrivati erano già spariti da ogni interstizio da ogni crepa. Se si nascondevano dentro profonde buche sotto la sabbia o negli anfratti delle rocce.
Non riusciva a capire se avevano deciso di rifiutarsi. Trattenersi di comun accordo. Non saperne di venir alla luce all’evidenza alla ribalta. Se si ribellavano allo strapotere di chi avrebbe potuto decidere al posto loro.
Di chi li avrebbe trasformati in marionette senza volontà. Costrette a promiscuità indesiderate matrimoni forzati separazioni dolorose lavori inadeguati rinunce penose vergognosi fallimenti.
Di chi li avrebbe incanalati dentro comportamenti condannati rifiutati. Li avrebbe fatti tiranni vili assassini. Ignoranti emarginati affamati. O santi navigatori scopritori poeti. I primi della terra come gli ultimi.
Di chi avrebbe avuto il potere di costringerli al silenzio all’immobilità alla poltrona al letto alla morte. Perfino alla non morte....
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HAI RICHIUSO LA PORTA
Tu stai lì di fronte a me, con la tua aria incerta e un po’ ottusa delle giornate “no” . E quelle volte in cui ti faccio notare quanto diventi brutta quando fai quella faccia, certo non migliorano la situazione, anzi. Ti risvegli di colpo per mandarmi a quel paese con gran gusto. Così adesso me ne sto zitto. Vediamo come va a finire.
Tolto il tuo capottino nero, del tipo “come ti snellisce”, altr’osservazione da evitare… ti vedo ora addosso il vestito rosso di maglia che ti ho portato da Parigi per Natale, quello che ti sta così bene, solo un pochino stretto, forse per questo; infatti è aderente proprio quel che ci vuole nei punti giusti, per evidenziare i tuoi seni, la vita e i fianchi ad anfora, le gambe lunghe. Eri così contenta quando te l’ho regalato! E io così felice che tu fossi contenta! Spicca ora su una tua spalla una grossa spilla di pietre dure a forma di cuore che non ti avevo mai vista prima.
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LORO
È ovvio che le cose non possono più andare in questo modo. Devo prendere dei provvedimenti. Devo correre ai ripari. Devo proteggermi dagli attacchi concentrici e sempre più ravvicinati che Loro stanno piano piano organizzando per accerchiarmi rovinarmi annientarmi.
Non ho ancora capito chiaramente il momento esatto in cui tutto questo ha preso inizio. Si sono mossi in maniera così impercettibile che ne voi ne io avremmo potuto accorgercene. Poteva trattarsi di un sogno ad occhi aperti sul vuoto. Di un'impressione indefinibile e fuggitiva. Di un soffio leggero che tutto a un tratto ti sfiorava i capelli, o le spalle, e percepivi come una carezza dapprima quasi piacevole.